Cittadinanza

L’imam Ait ElJide a La Stampa: “Così si violano i principi della libertà”

Intervista di Paolo Coccorese

«Lo Stato, che vuole vietare l’utilizzo del velo alle donne musulmane, viola i principi di libertà. Non è un suo compito decidere cosa bisogna indossare». Così Said Ait ElJide, imam della Moschea Taiba di Torino nel quartiere multietnico di Porta Palazzo. Il leader dalla moschea – dove ogni venerdì si ritrovano 1200 persone – boccia l’ipotesi di divieto del velo.

 

Per Angela Merkel «il burqa è un ostacolo all’integrazione». Condivide la riflessione?

«Prima di tutto bisogna fare chiarezza sui termini. In questi giorni si sta facendo confusione sul termine velo: il burkini è diverso dal burqa che è un’altra cosa rispetto allo hijab che lascia scoperto il volto. Quest’ultimo è l’unico ad essere un precetto islamico».

 

Mentre il burqa?

«È una cosa diversa. È una tradizione di alcuni Paesi come l’Afghanistan e l’Arabia Saudita. Ma non è precetto islamico. Infatti, consigliamo alle donne di non usarlo perché rende più difficoltoso il dialogo e la convivenza nella società occidentale che è anche la nostra».

Quindi è favorevole al divieto che è stato annunciato in Germania?

«È un discorso diverso. Il velo deve essere una scelta della donna e non può essere un obbligo dettato dai mariti, dai padri o dai fratelli. Nessuno può decidere per loro. Tanto meno lo stato. La politica vuole soffiare sul fuoco, mentre sono altri i problemi d’affrontare: la disoccupazione, le guerre, la povertà».

Perché?

«In Italia, negli uffici pubblici le donne si fanno già identificare anche se indossano il velo. Quindi stiamo parlando di un falso problema. Nel Paese ci sono un milione e mezzo di musulmani, di cui più di 500 mila donne, e quelle che portano il burqa sono al massimo un centinaio».

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Pag. 6 de La Stampa – 19 agosto 2016

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