Opinioni

La “non violenza” nell’opera dell’imam Abdessalam Yassine

In questo articolo presenteremo, in maniera sintetica, la teorizzazione della non violenza di un illustre sapiente musulmano contemporaneo, Abdessalam Yassine [Marocco, 1928 – 2012].

L’autore è un sapiente musulmano di primo piano, un maestro di educazione spirituale e un attento studioso e critico del pensiero contemporaneo, nella sua opera egli propone un’estesa teorizzazione al concetto di non violenza, di cui ne è stato d’altronde una chiara espressione nel mondo musulmano.

L’imam Yassine attinge principalmente dai Testi di riferimento dell’Islam, il sublime Corano e la Tradizione del Profeta Muhammad, pace su di lui, che sono i riferimenti fondamentali della scuola di Al-Minhaj An-Nabawi, ovvero la Via profetica (o il metodo profetico), che è una scuola di rinnovamento e di rilettura dei riferimenti testuali con un sguardo nuovo e per un contesto nuovo, il cui obiettivo è ricostruire la comunità musulmana portatrice del Messaggio di senso, di giustizia, di pace e di amore per l’intera umanità.

Scrive in uno dei suoi primi libri, “L’Islam domani” nel lontano 1971: “Ci rifugiamo in Dio dalla perversione della violenza, che è una caratteristica dell’ignoranza di Dio. Non faremo mai appello alla violenza poiché l’islam non si è imposto con la violenza e non lo farà mai.”

In occasione di un convegno organizzato negli Stati Uniti nel 2005, l’imam disse in video conferenza ai presenti: “Il nostro Profeta non è stato inviato che come misericordia per tutte le creature. Pertanto siate misericordiosi, non cedete alla violenza e invitate la gente a Dio con dolcezza e amore: amore per l’umanità, dolcezza per l’umanità, misericordia per l’umanità. Che Dio ci salvi da coloro che uccidono, bruciano, si fanno esplodere e spargono sangue innocente.” E ripeteva spesso ai suoi discepoli: “Insegnateli con il vostro comportamento, con il vostro sorriso, con la vostra parola buona, poiché l’islam è umanità, siate affettuosi, compassionevoli e clementi.

L’imam Abdessalam Yassine concepisce la non violenza come un atto di adorazione mediante la quale il credente ricerca la prossimità e l’amore di Dio, e non un mero slogan politico, dice egli: “Io leggo nel Corano e negli insegnamenti del Profeta il dovere della ricerca della conoscenza e accanto a questo leggo il dovere del rifq.” La virtù del rifq (che può essere tradotta con indulgenza, dolcezza, gentilezza, compassione, non violenza), è un dovere religioso per ogni musulmano e Ar-Rafiq, l’Indulgente, è uno dei nomi propri di Dio Misericordioso, il Profeta, pace su di lui, disse infatti: “Dio è indulgente (rafiq) e ama l’indulgenza. Ripaga per l’indulgenza ciò che non ripaga per la violenza.

Venendo agli ambiti in cui il nostro autore sviluppa la virtù della non violenza nei suoi scritti, il primo dei quali è senz’altro quello politico, qui l’imam stigmatizza la diffusione della violenza politica nel mondo arabo: “La violenza politica è uno dei fenomeni patologici della vita politica araba, perché minaccia di far saltare l’intera società pregiudicando negativamente il suo futuro. L’attivismo irrequieto che conduce dei giovani disperati all’intolleranza e che li impegna nella logica della violenza non farà altro che ritardare l’arrivo di giorni migliori.

Secondo l’imam la violenza nel campo politico è deleteria e potenzialmente distruttiva: “Rifiutiamo la violenza nella parola e nell’azione, perché crediamo, in primo luogo, che la violenza e la spiritualità non possano convivere in uno stesso cuore, in secondo luogo, per la nostra convinzione che ciò che è stato conquistato con la violenza non porta mai a nulla di bene, non potrà durare nel tempo, la sua perdita è certa e il suo successo molto improbabile.

Secondo l’imam Yassine l’unico metodo per resistere al tiranno interno e alla sua repressione risiede nella non violenza, dice: Saremo all’altezza soltanto quando ripudieremo la violenza e la clandestinità e usciremo allo scoperto disarmati denunciando la violenza di cui siamo oggetto.

Un altro campo in cui la violenza e la guerra è diffusa è quello delle relazioni internazionali. Dice Yassine: Non è sicuramente degno per i musulmani sottomettersi e asservirsi alla potenza dell’Occidente, come non è altrettanto degno per loro usare la violenza, rapire gli ostaggi e violare le leggi internazionali.” e dice anche:In verità si vendica sui deboli soltanto il più debole di loro anche se ha un’arma in mano.” E dice ancora in un altro testo: “L’obiettivo dell’islam non è accendere la guerra e provocare lo scontro militare, la visione conflittuale delle relazioni internazionali, non è parte della nostra religione.

Scrive l’imam con lo spirito positivo che contraddistingue tutti i suoi scritti: “Arriverà un tempo in cui questa nube ostile tra l’Occidente e il mondo musulmano passerà, arriverà il momento in cui tutti capiremo l’impellenza della convivenza su questo pianeta, l’importanza del dialogo, e la necessità del rispetto del diritto internazionale, un diritto che oggi è scritto soltanto da loro e a loro favore, e che domani riscriveremo tutti insieme a favore soprattutto dell’umanità oppressa.

Le relazioni nel mondo secondo l’imam devono essere basate sul rispetto reciproco e sul dialogo, “Sulla base della misericordia costruiamo la nostra unità per dialogare con il mondo attraverso la misericordia dell’Islam non attraverso le lacrime e le guerre.

L’Imam Yassine rifiuta la tesi di alcuni sapienti musulmani del passato che suddividevano il mondo in Dar Al Islam, la dimora dell’islam, e Dar al Harb, la dimora della guerra. Egli considera questa suddivisione figlia del dominio della violenza e delle rivalità interne ai vari emirati islamici dell’epoca e non ha nulla a che vedere con i nostri riferimenti religiosi: “La giurisprudenza della rottura domina la ragione musulmana, noi dobbiamo liberarci da questa giurisprudenza storica per costruire sulla base della trasmissione profetica e della testimonianza del Messaggio alla gente.

L’imam avanza inoltre un’aspra critica alla potenza di fuoco che la tecnologia moderna ha messo nelle mani dell’uomo, minacciando l’esistenza dell’intero genere umano: “La tecnica moderna dell’armamento, come la tecnologia in generale, lontana dall’essere un mezzo al servizio della pace nel mondo o uno strumento per la difesa della libertà dell’uomo, diventa sempre più sofisticata per distruggere ancor di più l’uomo e terrorizzare l’umanità… Mine assassine sotto terra e uccelli di fuoco nel cielo: la violenza umana non ha mai avuto a sua disposizione altrettanto dispositivi costosi e distruttivi prima d’ora, costruiti e venduti da un Occidente moderno e commerciante planetario di cannoni.“

Concludiamo questa parziale rassegna con questo solenne appello dell’imam Abdessalam Yassine, in cui rivolgendosi alle varie anime della società civile nel mondo dice:

Siamo con voi, anime caritatevoli, quando vi sollevate contro gli esecutori dei massacri istigate dalle potenze di turno o fomentate dalle indemoniate piccole forze locali. Siamo con voi, noi fedeli dell’islam, e lo saremo sempre di più… Vi tendiamo la mano, anime sorelle nell’umanità, qualunque sia la vostra fede purché sia la compassione umana e l’amore per gli uomini ad animare i vostri cuori e le vostre azioni. Siamo e saremo sempre disposti, a tendere la mano agli uomini e alle donne di buona volontà e di nobile disposizione. Lo siamo al fine di concludere un patto di non aggressione all’uomo e alla sua dignità, un patto di universale indulgenza per l’uomo e per l’habitat in cui vive, un patto per una non violenza attiva, militante e generosa.” [dal libro, Islam e Modernità, per una comprensione reciproca]


Vi lasciamo ora con questo video in cui l’imam commenta gli attentati a Casablanca del 2003, analizzando le cause profonde della violenza estrema e propendo la cura a questo male.

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