Cittadinanza Persone

La lettera di Souad, torinese e musulmana: “Lì combatterò per il futuro di mia figlia”

Ripubblichiamo qui, la lettera di Souad Maddahi, musulmana torinese, pubblicata su: altritaliani.net

Finalmente sono riuscita ad addormentare mia figlia di un anno, la metto nel letto e mi preparo per dormire quando ricevo un messaggio dalla mia amica: Hai visto cosa sta succedendo a Parigi? Rispondo velocemente: No, cosa?, e lei : Metti skytg24. Di corsa accendo la tv, sintonizzandola su Skytg24, ed è qui che rimango incredula, e perplessa. Breaking News: Attentati terroristici a Parigi, si parla di decine di morti.
Il mio primo pensiero è stato: Sabrina, Claudia e Nicole, che abitano a Parigi, alle quali ho mandato subito un messaggio per sapere se stavano bene. Per un attimo ho avuto un momento di sollievo, le mie amiche stanno bene, sono ancora vive, ma qualcos’altro starà per succedere.

Ho capito, ci risiamo, di nuovo, dopo ciò che sta succedendo, tutti vedranno solo il velo che ho sulla testa, e i miei occhi color nero carbone, perché in Italia, quella notizia significava “Caccia agli immigrati di religione musulmana”.

Abito in Italia da tanti anni, talmente tanti che ho smesso di contarli, come ho smesso di contare quante volte mi si è imposto di dovermi giustificare e dissociare per qualsiasi rapina, furto, omicidio commesso da qualsiasi immigrato in Italia!

Sono Souad Maddahi, italo-marocchina, ho 29 anni, ho una bambina di un anno, e faccio la mediatrice culturale. Vivo a Torino, ma ho un accento veneto che non riesco a camuffare nonostante i miei sforzi, sono impegnata nel volontariato, e nell’associazionismo nonché nel dialogo interculturale ed interreligioso, adoro l’Italia, il mio paese, e non lo cambierei mai, perché credo nel cambiamento, e credo che la miglior arma di cui disponiamo sia la cultura – senza quella non si va da nessuna parte -, e che col dialogo troviamo tutti un intesa. Ma tutto questo non interessa a nessuno ovviamente. Adesso amici e nemici vedranno solo una cosa: “il mio essere visibilmente musulmana”, ovvero il mio Hijab, quel velo che uso per nascondere i miei capelli.

Dopo gli attentati di Charlie Hebdo mi è stato chiesto di dissociarmi, ma dissociarmi da cosa? Da una banda di folli criminali? Lo dovrei mettere per iscritto che nonostante io sia musulmana sono contro la violenza? E che quei folli criminali del califfato nero non hanno niente a che vedere con la mia religione? Il mio Dio? E che la mia religione mi ha insegnato che la vita umana è sacra, e non lo dico io, lo dice il Corano nel versetto 32 del capitolo 5:

Per questo abbiamo prescritto ai Figli di Israele che chiunque uccida un uomo, che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera. E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l’umanità.”

Come italiana musulmana ho preso parte in tutte le manifestazioni che c’erano per condannare quei attentati, cercando di spiegare che questi maledetti criminali, uccidono anche molti musulmani, e sono semplicemente dei pazzi, criminali, che di religioso non hanno niente, anzi “non credo che esista un Dio che predica l’odio e il terrore, quello lo fanno solo gli uomini” e che i loro problemi sono psichici!

Sono stati giorni duri, ma c’è l’ho fatta!
Adesso sono stanca, stanca di tutto ciò, stanca di buttare anni e anni di attivismo e cittadinanza attiva, stanca di rispondere che Oriana Fallaci non aveva ragione, stanca di dover ricordare a tutti che quello che sta succedendo non ha niente a che vedere con lo scontro di civiltà, ma scontro tra incivili, stanca di ripetere all’infinito che i musulmani nel mondo sono più di un miliardo e mezzo, e che se fossero tutti terroristi, i non musulmani non sarebbero ancora vivi a chiedermi di dissociarmi, e soprattutto stanca di essere vista come “carnefice” quando sono vittima. Sì, sono vittima due volte, vittima del cosiddetto califfato nero che in mio nome, uccide anime innocenti, e vittima in Europa, perché tutti danno colpa a me, per quello che sta facendo questa banda di criminali, che sparge odio, morte e terrore nel mondo!

Siamo musulmani italiani, ed europei. La nostra prima lingua è l’italiano, conosco a memoria l’inno italiano, mentre di quello marocchino mi ricordo sì e no, solo qualche frase, conosco la costituzione italiana come la ricetta della “pulenta coi usei”, invece per preparare il couscous devo chiedere aiuto alla mamma. Ma tutto ciò non è importante per i capi dei partiti populisti che usano la strage per rivendicare la chiusura delle frontiere, ed espulsioni di massa. Tutto questo non ha importanza per i giornali che ci definiscono in prima pagine come “BASTARDI ISLAMICI”. Tutto questo non ha importanza per i miei vicini di casa che appena mi vedono, bisbigliano sotto voce perché, secondo loro, anch’io faccio parte del loro incubo “l’Isis”.

Sono stanca degli sguardi accusatori, sono stanca delle battute fuori luogo, sono stanca dell’ignoranza. Sono stanca di vedere che nei vari talk i musulmani si invitano solo per praticare il tiro al bersaglio, sono stanca di sentirmi dire che devo dissociarmi, e quando non lo faccio, perché non mi devo dissociare da ciò che non ho fatto, che mi accusino di essere complice. Quando lo faccio pubblicamente, mi danno dell’ipocrita e della bugiarda perché sotto sotto sono complice anch’io e non lo voglio ammettere. Sono stanca, punto e basta, e non voglio più parlare né del califfato nero, né delle persone ignoranti, che non riescono a capire la differenza tra terrorismo, religione e politica! Decido di smettere di combattere contro l’ignoranza, tanto è una guerra persa.

Sono finalmente a letto, e vicino a me c’è quella creatura innocente di mia figlia che sta dormendo nel suo letto, ignara di quello che sta succedendo nel mondo, ignara della guerra che hanno iniziato altri, anche in suo nome, guerra che se non combatto io oggi, la subirà lei un domani. Ecco, posso decidere per me, ma lei – e tutti gli altri bambini – che colpa hanno se sono stanca, che colpa hanno se i loro genitori non sono riusciti a parlare e dialogare insieme?

Non posso permettermi di non fare niente, non posso permettermi di stare zitta e smettere di combattere affinché tutti si ricordino che apparteniamo al genere umano indipendentemente dal nostro credo. Siamo tutti figli, e genitori, di qualcun altro. Se non faccio niente oggi, non ci sarà un domani e vincerebbero loro (gli ignoranti); riusciranno a metterci l’uno contro l’altro. Il loro piano è quello di dividerci in piccoli gruppetti che si odiano fra di loro. Il loro piano è quello di farci vivere nel terrore.

Stavano per vincere anche questa volta, ma non glielo permetterò, per il futuro di mia figlia e di tutti gli altri bambini di questo mondo. Io li combatterò usando quello che mi ha insegnato la mia religione: la sacralità della vita umana seguendo questo versetto:

E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l’umanità.

Cominciando a salvare la mia, dall’odio e dall’egoismo, non darò mai a nessuno la soddisfazione di fare di me una prigioniera della paura e del terrore, non lo meritano, di vincere, e non vinceranno perché io da domani mattina torno a fare quello che ho sempre fatto: predicare l’amore, la pace e la sacralità della vita umana!

 

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